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Nel contesto della VIII Giornata mondiale dei poveri, Caritas Italiana ha pubblicato la ventottesima edizione del Rapporto su povertà ed esclusione sociale, intitolata “Fili d’erba nelle crepe. Risposte di Speranza”. Il documento offre un quadro dettagliato e preoccupante della situazione in Italia, dove la povertà assoluta resta a livelli record, evidenziando fenomeni vecchi e nuovi di disagio sociale.

Numeri allarmanti: povertà in aumento e disparità territoriali
Secondo i dati Istat, nel 2023 il 9,7% della popolazione italiana vive in condizioni di povertà assoluta, un dato che si traduce in 5,7 milioni di persone e oltre 2,2 milioni di famiglie. Questi numeri segnano un leggero aumento rispetto al 2022 e rappresentano il livello più alto nella serie storica iniziata nel 2014. Sorprendentemente, l’incidenza della povertà tra le famiglie nel Nord Italia è quasi raddoppiata negli ultimi nove anni, superando il numero totale di famiglie povere presenti nel Mezzogiorno. Tuttavia, quest’ultima area rimane la più colpita in termini percentuali, con un tasso del 12%.
La povertà colpisce in modo particolarmente duro i bambini: l’incidenza tra i minori ha raggiunto il 13,8%, un livello storico che rappresenta un allarme sociale urgente. Non meno preoccupante è la condizione dei cosiddetti “lavoratori poveri”, con un tasso dell’8% tra gli occupati, che sale al 16,5% tra gli operai.

Nuove misure contro la povertà: l’Assegno di Inclusione (ADI)
Il rapporto Caritas esamina anche l’introduzione dell’Assegno di Inclusione e del Supporto alla Formazione e al Lavoro, le misure che dal 2023 hanno sostituito il Reddito di Cittadinanza. Questi strumenti hanno segnato una svolta nell’approccio al sostegno economico, ma non senza conseguenze problematiche: il numero di famiglie beneficiarie è stato dimezzato, lasciando senza supporto circa 331.000 nuclei, principalmente al Nord e tra coloro che vivono in affitto o sono famiglie monocomponenti.
L’ADI si rivolge a nuclei con persone non occupabili, come minori e disabili, mentre il SFL è destinato agli occupabili con percorsi formativi limitati a tre-quattro mesi. Ciò ha creato barriere d’accesso, accentuate da processi burocratici complessi e scarsa competenza digitale tra gli utenti. La Caritas ha denunciato l’urgenza di ampliare la copertura e semplificare l’accesso a queste misure, auspicando un ritorno a un sistema di supporto universale e continuativo.

Il ruolo della Caritas è stato cruciale durante la transizione dalle vecchie alle nuove misure di sostegno. Nel 2023, la rete Caritas ha assistito 269.689 persone, una cifra che rappresenta circa il 12% delle famiglie in povertà assoluta in Italia. Non solo il numero degli assistiti è cresciuto del 5,4% rispetto al 2022, ma è emersa una tendenza preoccupante verso la cronicità della povertà: il 59% delle persone seguite vive in condizioni di difficoltà da oltre cinque anni.
La povertà in Italia è sempre più multidimensionale, coinvolgendo problemi economici, occupazionali, abitativi e familiari. Oltre al sostegno economico, la Caritas ha sviluppato progetti per l’inclusione sociale e il supporto psicologico, cercando di rispondere alla crescente complessità delle esigenze degli assistiti.

Il Rapporto Caritas 2024 rivela un quadro allarmante della povertà in Italia e sottolinea la necessità di azioni più efficaci e inclusive. È essenziale un maggiore impegno istituzionale per ampliare la portata delle misure di sostegno e garantire un accesso equo e senza barriere. Solo attraverso una strategia integrata e continuativa si potrà offrire un reale sostegno alle fasce più vulnerabili della popolazione e invertire la tendenza al peggioramento delle condizioni di vita.

Il rapporto completo su https://www.caritas.it/rapporto-poverta-2024