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Dicembre 20, 2024RAPPORTO CONFLITTI DIMENTICATI. VOCE CHE ROMPE IL SILENZIO
Nel contesto odierno, dove i conflitti sembrano perpetuarsi senza soluzione di continuità, Caritas Italiana, con la sua nuova pubblicazione "Il ritorno delle armi". Guerra, informazione, speranza, si fa portavoce di un monito che vuole andare oltre il silenzio e l’indifferenza che troppo spesso avvolgono le tragedie dimenticate. Questo rapporto, presentato come un grido di consapevolezza, si inserisce all’interno di un cammino che Caritas ha intrapreso dal 2002 per sensibilizzare la società sui conflitti poco raccontati dai media.
Le guerre non sono eventi inevitabili. Questa convinzione è condivisa dalla stragrande maggioranza degli italiani: quattro su cinque credono che i conflitti armati possano essere evitati e non siano un prodotto intrinseco della natura umana. In un mondo dove, tuttavia, la guerra sembra riprendere piede come metodo di risoluzione delle controversie internazionali, le parole di Papa Francesco – che definisce la nostra epoca come quella di una “terza guerra mondiale a pezzi” – non sono mai state più attuali. Eppure, ci invita a non rassegnarci, ma a diventare “pellegrini di speranza”, a cercare nella pace una via di uscita da un circolo vizioso di violenza e morte.
Don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana, sottolinea come, in un’era di connessioni istantanee, l’indifferenza sembri prevalere. "L’indifferenza rimane una scelta che ci separa dalla responsabilità e dall’impegno", afferma con fermezza, mettendo in luce il paradosso di un mondo globalizzato che non riesce a sentirsi veramente vicino alla sofferenza degli altri. Il rapporto sui conflitti dimenticati vuole essere una voce che rompe questo silenzio, un richiamo alla consapevolezza e all’azione. Ogni pagina si fa quindi invito a non dimenticare, a riportare alla luce storie di sofferenza e resilienza che troppo spesso non trovano spazio nei nostri schermi, sopraffatti dalla costante esposizione a notizie sensazionalistiche.
Il volume "Il ritorno delle armi", a cura di Paolo Beccegato e Walter Nanni, rappresenta l’ottava pubblicazione di un ciclo di studi avviato da Caritas, un percorso che ha messo in evidenza l’invisibilità di alcuni conflitti e le loro implicazioni umanitarie. La ricerca si concentra sul peso che i conflitti hanno nei media, analizzando come vengano trattati in relazione alla loro rilevanza internazionale e al legame con il futuro ecologico del pianeta. Un capitolo particolarmente interessante esplora la questione dell’acqua, una risorsa sempre più limitata che spesso diventa causa e strumento di guerra, nonché un obiettivo strategico.
Il Rapporto si articola in due parti. La prima, di taglio descrittivo-analitico, offre una panoramica delle tendenze geopolitiche globali e degli sviluppi dei conflitti. La seconda parte include ricerche sul campo, tra cui un sondaggio condotto dall’Istituto Demopolis. Questo sondaggio, realizzato su un campione rappresentativo di italiani, evidenzia un interessante aumento della conoscenza dei conflitti: il 71% degli intervistati è in grado di citare almeno una guerra degli ultimi cinque anni, rispetto al 53% di tre anni fa. Nonostante questo aumento di consapevolezza, permane una certa distanza emotiva rispetto agli eventi internazionali, con il 65% che continua a concentrarsi maggiormente sulla cronaca locale piuttosto che su quella internazionale.
Tuttavia, gli italiani mostrano una posizione chiara riguardo alla natura della guerra: l’80% ritiene che i conflitti siano evitabili e non una fatalità legata alla condizione umana. C’è anche una solida fiducia nell'azione diplomatica internazionale, con il 72% che auspica un ruolo più attivo delle Nazioni Unite e il 74% che si oppone agli interventi armati, preferendo la mediazione politica.
Caritas, con questo Rapporto, si propone come una "pietra d’inciampo", come quelle installate nelle città per ricordare le vittime dell’Olocausto, un simbolo che invita a non dimenticare e ad agire. Nonostante le difficoltà globali, don Marco Pagniello conclude con un appello alla speranza e all’impegno: “Non possiamo permetterci di perdere la speranza. È necessario investire nella costruzione della pace, non come un’idea astratta, ma come una realtà concreta che si manifesta nelle scelte quotidiane.” Un invito che ci esorta ad agire per una pace duratura, attraverso il rispetto, la giustizia e l’amore, valori che devono guidare il nostro impegno quotidiano.
“Mai più la guerra!” deve diventare un grido che risuona nelle menti e nei cuori di tutti noi, trasformandosi in azioni concrete che costruiscano una pace duratura. Ognuno di noi è chiamato a essere testimone di un nuovo modo di convivere, basato sulla giustizia, sulla verità e sull’amore, per un cambiamento che inizia con noi, con la nostra volontà di non voltare le spalle al dolore e alla sofferenza degli altri.
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